Gli estinzionisti

Diamo un nome ai nemici del clima

Claudio Riccio
3 min readAug 25, 2022

L’emergenza climatica è davanti gli occhi di chiunque. Temporali improvvisi, vento oltre 200 km/h, alluvioni, siccità… Migliaia di persone sono morte in Europa per il caldo di questa estate.

L’emergenza climatica è una inconfutabile evidenza. Negare è sempre più difficile.

Per anni chi si impegna a difesa del pianeta Terra e dei suoi ecosistemi ha dovuto combattere un diffuso negazionismo climatico. Oggi qualcosa sta cambiando, purtroppo grazie al drammatico peggioramento delle condizioni

Non vuol dire che non continuino ad esserci nel mondo e in particolare negli USA persone negazioniste in ruoli di rilievo della politica e dei media, basti pensare a Donald Trump e ai suoi, che recentemente hanno elogiato il riscaldamento globale perché “l’innalzamento del livello del mare significa più case di proprietà sulla spiaggia”.

Se da anni l’evidenza scientifica è contro i negazionisti, oggi lo è anche l’evidenza empirica della vita quotidiana di tutte noi.

Chi ha nonni o genitori anziani si sarà facilmente sentito dire “non ho mai visto nulla del genere”, e chiunque facendo un confronto anche con gli anni precedenti avrebbe serie difficoltà a sostenere che “è tutto come sempre”. I dati scientifici e le serie storiche su temperature e eventi climatici estremi semplicemente confermano la nostra esperienza quotidiana.

Non sto dicendo che la battaglia contro i negazionisti sia vinta, nella destra occidentale è ancora forte l’approccio di chi nega il problema. Ogni giorno ci imbattiamo in articoli sul “clima impazzito”; magari pubblicati su giornali di proprietà di grandi gruppi industriali dell’automotive. Ma i negazionisti avranno vita sempre più difficile.

Il nemico da sconfiggere è purtroppo più grande e forte: bisogna contrastare chi promuove false soluzioni, chi si dice attento all’ambiente, ma non agisce, chi gira a braccetto con De Scalzi e gli altri manager del fossile, chi riapre le centrali a carbone e poi dice “pianteremo degli alberi”.

L’avversario da battere per salvare il pianeta sono quindi tutti coloro che pur avendo posizioni di potere nelle istituzioni, nei media e nell’economia, e potrebbero contribuire a frenare la corsa verso il disastro, non fanno nulla e anzi spingono sull’acceleratore del cambiamento climatico, magari nascondendosi dietro generiche dichiarazioni e campagne di greenwashing.

Dobbiamo rompere la macchina propagandistica del greenwashing e delle false soluzioni, fatta di ambiguità e menzogne, dobbiamo rendere evidente il ruolo di chi è responsabile diretto o complice indiretto di un sistema che ha scelto di sacrificare il pianeta e chi lo abita sull’altare del profitto. Dare loro un nome, renderli riconoscibili è un primo passo.

Chiunque oggi difenda il capitalismo onnivoro, un modo di produzione devastante e il modello energetico fossile, chiunque difenda ciò che ci ha portato sull’orlo del baratro in cui siamo è una persona che lavora — consapevolmente o meno — per l’estinzione della specie umana.

Chiunque metta il profitto prima del pianeta è un “estinzionista”.

Vuoi aumentare le emissioni di gas serra? Sei un estinzionista.

Fai profitti sull’energia fossile? Sei un estinzionista.

Fai accordi per l’utilizzo di nuovi giacimenti? Sei un estinzionista.

Ostacoli la diffusione delle energie rinnovabili? Sei un estinzionista.

Consumi il suolo cementificando le aree verdi delle città? Sei un estinzionista.

Produci SUV e fai lobbying per ostacolare la mobilità pubblica e sostenibile? Sei un estinzionista.

Chiamiamoli per nome.

L’estinzione della specie umana, realizzato da me con Intelligenza Artificiale MidJourney.

N.B. Il termine “estinzionisti” è stato usato in passato per indicare il “Voluntary Human Extinction Movement”, un movimento ecologista che pensa che l’unico o quantomeno il più efficace metodo per salvare il pianeta sia auto estinguersi. Ne propongo un differente utilizzo.

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Written by Claudio Riccio

Attivista ● Creative strategist

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